Beatrice Cappetti - Biologa nutrizionista a Genova

Dieta non significa privazione

Il termine dieta, dal greco dìaita = regime, stile, tenore di vita, ha lo stesso significato di alimentazione corretta, sana ed equilibrata, volta a soddisfare le esigenze fisiologiche dell’organismo ma anche gli aspetti psicologici e relazionali attraverso l’appagamento dei sensi, il rispetto della tradizione del territorio e dei ritmi della vita quotidiana.  

Non troverete mai una definizione in cui vi sia scritto: dieta = privazione!

Anche se per molti anni, e ancora adesso è un concetto difficile da eradicare, si è assunto che la dieta fosse il mezzo per dimagrire e che per farlo si dovesse sacrificare qualcosa, come il senso di fame o i carboidrati: più hai fame, meno carboidrati mangi, più dimagrisci …. Sbagliato!!

Il corpo, una macchina in perfetto equilibrio

L’unica certezza delle “diete drastiche”, che sono state il non plus ultra della moda dietistica, è  che causano al corpo un grosso squilibrio, il che inizialmente si può anche tradurre in perdita di peso… ma come torneremo a mangiare “normalmente” ecco che riprenderemo tutti i chili persi con gli interessi. Il cosiddetto “effetto yo-yo”. Ma come mai? 

Tutti i nostri meccanismi biochimici che si occupano di processare gli alimenti che ingeriamo, trasformarli in energia immediata o da immagazzinare, proteine strutturali, cellule, organi, pelle, peli, capelli … sono meccanismi che si sono consolidati in un momento storico in cui le nostre scorte di cibo erano scarse, quindi tendono ad essere conservativi. 

Se all’organismo arrivano tutte le componenti necessarie (carboidrati, proteine, grassi, sali minerali, …) affinché possa svolgere le sue funzioni, allora non servirà immagazzinare energie di riserva (adipe).

Tuttavia se queste componenti mancano, ci ritroviamo in un periodo di carestia: pensiamo al mammut che non tutti i giorni era disponibile in tavola o alla vegetazione molto più sensibile ad intemperie ed infezioni …. In questo caso il corpo si adopererà per conservare quante più energie possibile sotto forma di adipe, una volta soddisfatte le funzioni basali, e, se necessario, attingerà alle riserve energetiche inutili come il glicogeno e le proteine muscolari, piuttosto che al grasso…

La societa’ si è evluta molto più velocemente della nosta “biochimia” 

In base a quello che abbiamo detto prima il nostro corpo dovrebbe dimagrire ugualmente quando gli togliamo kcal, infondo non ci troviamo nel pleistocene, le disponibilità di cibo sono pressoché infinite e quindi non rischiamo la carestia… peccato che il nostro corpo non lo sappia! 

Infatti la società si è evoluta molto più velocemente di quanto abbiano fatto i nostri iper conservativi sistemi biochimici, le tecniche di conservazione e produzione della materia alimentare si sono sviluppate con una velocità tale che la disponibilità di cibo ha superato di netto la richiesta effettiva. 

Sicuramente l’eccesso porta ad un surplus di energie che il corpo incamera come grasso, ma allo stesso modo si comporta quando cerchiamo di ridurci all’osso l’introito calorico. 

Questo perché inneschiamo, in tal modo, gli stessi meccanismi conservativi che si attuano in periodi di difficile reperibilità di cibo. 

Ecco allora che non stona la frase “mangio poco eppure non dimagrisco” e torna ancora di più il fatto che, quelle stesse persone che pronunciano questa frase una volta che varcano la soglia dello studio, sono le stesse che, una volta intrapreso il percorso nutrizionale, mi dicono “mi sembra di mangiare tantissimo”. 

Non è tantissimo, ma il giusto per far stare tranquillo il nostro organismo e quindi sicuramente di più di prima. 

Non sottovalutare la gratificazione dello stomaco e dell’animo

Una dieta equilibrata che apporti il giusto quantitativo di energia, sotto forma di tutti i macronutrienti, genera un senso di sazietà (accettabile il languore prima di approcciare il pasto) e questo evita il secondo fenomeno che si innesca nei soggetti “mangio poco e non dimagrisco”.

Privare per troppo tempo il corpo induce la produzione di tutta una serie di sostanze da parte del cervello e dello stomaco che stimolano il senso di fame che inizialmente può essere facile da ignorare. 

Tuttavia questo messaggio da sussurro diventa un urlo, che certamente non si traduce in “come vorrei del petto di pollo” ma indurrà alla ricerca di quegli ingredienti che ci danno più velocemente energia: i junk food! Dolci, pizzette, patatine, gelati… sono tutti alimenti che, oltre a soddisfare la componente emotiva (da non sottovalutare!) Ci danno energia in modo immediato, tanto veloce da recuperare quello di cui abbiamo privato il nostro corpo 

Quindi… ?

Il concetto di dieta non è da intendersi assolutamente come privazione, ma come apporto di tutti i macro e micronutrienti nelle giuste proporzioni, affinché il corpo sia “tranquillo” di utilizzare il grasso di riserva (dimagrimento) e, se richiesto, utilizzare l’eccesso per la produzione di fibre muscolari (tonificazione), oltre che per un più che ottimale sostegno a tutte quelle strutture deputate alla nostra salute. 

Hai fame ?? Mangia!! Ma bene 😉 

Beatrice Cappetti

Sono Biologa Nutrizionista e realizzo piani alimentari personalizzati, alimentazione della donna, in condizioni patologiche specifiche e in ambito sportivo.

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